Il Kaddish è una parola di origine aramaica, che letteralmente significa santificazione e deriva da una antichissima formula di chiusura delle riunioni di studio o di preghiera nella quale si celebrava la grandezza di Dio e la speranza di un rapido avvento del Messia. Ancora oggi il Kaddish, o meglio il “mezzo Kaddish”, giacché esistono diverse forme di Kaddish, è usato per suddividere i diversi momenti della liturgia ebraica[1].  Tuttavia, col tempo il Kaddish è diventato per antonomasia la preghiera più legata al lutto, recitata nei funerali e nelle altre cerimonie in memoria dei defunti. Così, la locuzione “dire Kaddish” oggi si riferisce in modo inequivocabile ai rituali del lutto ebraico. Questo nonostante il “Kaddish del lutto” non cita mai la morte, ma loda solo Dio.

Il Kaddish può essere letto soltanto alla presenza di un minian, composto da dieci maschi ebrei che abbiano compiuto la maggiore età religiosa dei 13 anni, e deve essere recitato dalle persone in lutto, che “dicono Kaddish” per dimostrare che, nonostante la perdita dei loro cari, ancora lodano Dio. Nel Kaddish esse devono trovano espressioni e motivi di consolazione e di conforto.

In particolare, è tradizione leggere il Kaddish in presenza della congregazione quotidianamente per undici mesi dopo la morte di un genitore e per trenta giorni dopo quella di un figlio, di un coniuge, o di un fratello/sorella. Successivamente è usanza leggerlo una volta all’anno ad ogni anniversario della morte del proprio caro.

Il Kaddish é una preghiera che nel corso dei secoli è sempre stata recitata con amore e venerazione, a sottolineare la volontà del popolo ebraico di mantenere vivo il proprio caratteristico ed essenziale dialogo con Dio. Insieme allo Shemà Israel (Ascolta Israele) il Kaddish è così diventato uno degli elementi più importanti e centrali della liturgia ebraica.

Secondo le migliori tradizioni ebraiche, che dalla caduta del secondo tempio non ha una gerarchia universalmente riconosciuta, esistono varie melodie con il quale il Kaddish è recitato a seconda delle differenti tradizioni e nell’ambito di ciascuna tradizione anche relativamente alla versione e al giorno della recitazione. Nelle sinagoghe sefardite generalmente l’intera congregazione si siede per il Kaddish, eccetto durante il “Kaddish del lutto”, quando coloro che lo recitano stanno in piedi, mentre nelle sinagoghe aschenazite, la tradizione varia anche se solitamente tutti stanno in piedi.

La maggior parte del Kaddish è scritto in aramaico, che all’epoca della sua composizione originale era la lingua parlata dal popolo ebraico. Le parole iniziali della preghiera sono ispirate da libro di Ezechiele (38: 23), mentre alcuni versi centrali sono tratti dal Targum, ovvero la versione in lingua aramaica della Bibbia ebraica, (Genesi 49:2 e Deuteronomio 6:4) e dal libro di Daniele (2:20). [2]


Testo del Kaddish breve in Aramaico/Ebraico, traslitterato e traduzione italiana

 

Nr. Traduzione italiana Traslitterazione Aramaico / Ebraico
1 Sia magnificato e santificato il Suo grande nome. Yitgaddal veyitqaddash shmeh rabba יִתְגַּדַּל וְיִתְקַדַּשׁ שְׁמֵהּ רַבָּא
2 nel mondo che Egli ha creato conforme alla Sua volontà! Beʻalma di vra khir’uteh בְּעָלְמָא דִּי בְרָא כִרְעוּתֵהּ
3 Venga il Suo Regno veyamlikh malkhuteh וְיַמְלִיךְ מַלְכוּתֵהּ
4 e possa la Sua salvezza manifestarsi e il Suo unto arrivare. [veyatzmaḥ purqaneh viqarev (qetz) meshiḥeh] וְיַצְמַח פֻּרְקָנֵהּ וִיקָרֵב(קיץ) מְשִׁיחֵהּ
5 durante la vostra vita e la vostra esistenza beḥayekhon uvyomekhon בְּחַיֵּיכוֹן וּבְיוֹמֵיכוֹן
6 e durante l’esistenza di tutto il popolo d’Israele, uvḥaye dekhol [bet] yisrael וּבְחַיֵּי דְכָל [בֵּית] יִשְׂרָאֵל
7 presto e nel più breve tempo! e dite, Amen. beʻagala uvizman qariv veʼimru amen בַּעֲגָלָא וּבִזְמַן קָרִיב. וְאִמְרוּ אָמֵן
Le successive due righe sono recitate dalla congregazione e poi dal conduttore:
8 Sia il Suo grande nome benedetto yehe shmeh rabba mevarakh יְהֵא שְׁמֵהּ רַבָּא מְבָרַךְ
9 per sempre e per tutta l’eternità! leʻalam ulʻalme ʻalmaya לְעָלַם וּלְעָלְמֵי עָלְמַיָּא
10 Lodato, glorificato, innalzato, Yitbarakh veyishtabbaḥ veyitpaar veyitromam יִתְבָּרַךְ וְיִשְׁתַּבַּח וְיִתְפָּאַר וְיִתְרוֹמַם
11 elevato, magnificato, celebrato, encomiato, veyitnasse veyithaddar veyitʻalleh veyithallal וְיִתְנַשֵּׂא וְיִתְהַדָּר וְיִתְעַלֶּה וְיִתְהַלָּל
12 sia il nome del Santo Benedetto. Egli sia shmeh dequdsha berikh hu. שְׁמֵהּ דְקֻדְשָׁא בְּרִיךְ הוּא.
13 al di sopra di ogni benedizione, leʻella (lʻella mikkol) min kol birkhata לְעֵלָּא (לְעֵלָּא מִכָּל) מִן כָּל בִּרְכָתָא
14 canto, celebrazione, e consolazione veshirata tushbeḥata veneḥemata וְשִׁירָתָא תֻּשְׁבְּחָתָא וְנֶחֱמָתָא
15 che noi pronunciamo in questo mondo! E dite, Amen. daamiran beʻalma veʼimru amen דַּאֲמִירָן בְּעָלְמָא. וְאִמְרוּ אָמֵן

 

Fonte: Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

 

[1] Cyrus Adler, et al. “Kaddish”Jewish Encyclopedia, 1906, pp. 401–403

[2] Kaddish da Wikipedia, l’enciclopedia libera.